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Se vi troverete a viaggiare in Trentino in vacanza o per lavoro vi capiterà sicuramente di vederne qualcuna. Sono le calotte che emz ha installato più di 15 anni fa. 15 anni fa? Si, proprio 15 anni fa, qualcuna è stata installata addirittura 17 anni fa!

Erano le calotte emz della prima serie. Le mitiche, indistruttibili calotte emz 06. Vennero installate in diversi comuni del Trentino con due obbiettivi: incrementare la raccolta differenziata e prepararsi all’ introdurre di una tariffa corrispettiva.

Era già dai primi anni 80 che in Italia si discuteva di riciclo e riuso, quindi sulla necessità di separare le diverse frazioni di rifiuto al fine di aumentare la raccolta differenziata. Con il Decreto Ronchi, nel 1997 poi, venne fatto il primo vero tentativo di passare progressivamente alla sostituzione della tassa, determinata in base alla superficie calpestabile degli immobili e quindi completamente svincolata dal comportamento più o meno virtuoso del singolo utente, con una tariffa che invece commisurasse l’onere economico per il cittadino e per le attività produttive alla quantità di rifiuti effettivamente conferita ai servizi di raccolta.

Seguirono revisioni e rinvii, sostituzioni di un tributo con un altro, ma questo non impedì a molte amministrazioni virtuose e gestori intraprendenti di dare avvio ad implementazioni che prevedevano la misurazione del rifiuto indifferenziato conferito ai fini di ottenere la responsabilizzazione dell’utenza e poter introdurre una tariffa corrispettiva.  

Inizialmente si diceva che l’unico modo per separare efficacemente i rifiuti e poter attribuire ad ogni singolo utente la quantità di rifiuto conferita al servizio di raccolta era rappresentato dal sistema porta a porta. Non vi era altro modo. I cassonetti dovevano sparire dalle strade d’Italia, la raccolta stradale era arrivata al capolinea.

Ma emz ebbe un’intuizione diversa che consentiva di mantenere attiva la raccolta stradale, trasformandola a mezzo di un dispositivo da installare sul coperchio del cassonetto stradale. Il coperchio del cassonetto veniva bloccato in modo tale che il conferimento del rifiuto fosse possibile solamente attraverso il dispositivo stesso, dopo che l’utente era stato identificato.

L’idea di emz era stata semplice e geniale allo stesso tempo. Impiegare un dispositivo costituito da un modulo elettronico atto ad identificare l’utente e da un modulo meccanico costituito da un vano di conferimento avente volume esattamente definito in cui l’utente abilitato poteva introdurre il suo sacchetto di rifiuto indifferenziato.

Dopo alcune sperimentazioni condotte in Germania, emz approdò in Italia, a Borgo Valsugana (TN) e da qui in molte altre località del Trentino.

L’idea di emz mostrò di essere praticabile e il resto è storia che tutti già conosciamo. il sistema si è diffuso in molte altre regioni con applicazioni che arrivano a decine di migliaia di dispositivi.  

Ma torniamo di nuovo all’immagine da cui siamo partiti: Questa calotta è in esercizio da ben 17 anni!

17 anni per un dispositivo elettronico installato in strada non sono certo una performance qualitativa ovvia.

Infatti, è una prestazione di cui andiamo molto fieri e vogliamo sottolineare con questo articolo che non si tratta di un risultato fortuito, bensì il frutto di un percorso progettuale e produttivo che ha come finalità principale il mantenimento nel tempo delle prestazioni funzionali di un prodotto tecnologico.

Questo risultato è l’espressione pratica della filosofia aziendale che, da più di 60 anni, anima e pregna generazioni di tecnici emz, impegnati ogni giorno nello sviluppo di prodotti che, nei diversi mercati mondiali, possano contraddistinguersi per le loro caratteristiche qualitative e di affidabilità.

Seguiteci in uno dei nostri prossimi articoli vi parleremo del tipo di alimentazione elettrica di questa mitica generazione di dispositivi. Noi di emz lo consideriamo geniale ancor oggi e vedrete che esso ha una certa analogia concettuale con quella che è la nostra nuova generazione di sistemi di controllo del conferimento del rifiuto.

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